Titolo
Le nozze di Cana
Soggetto
Le nozze di Cana
Autore
Biancini, Angelo (1911/1988)
-
analisi stilistica
Tipo oggetto
scultura
Date
terzo quarto sec. XX
1950 - 1974
(1964)
analisi stilistica, documentazione
Serie
Materiali
cemento
Misure (cm./gr.)
Altezza:
175 Larghezza:
241 Profondità:
30
Cemento, 175 x 241 x 3 cm. Dono, 1964. Esposizioni: Sculture di Angelo Biancini, Milano 1962; Angelo Biancini. Personale, Assisi 1964. Inv. n. 0165000 (Giardini).
L’opera fu donata da Biancini nel settembre del 1964 al termine della personale allestita presso la Galleria d’arte della Cittadella (23 agosto - 5 settembre), insieme ad altri lavori che erano stati esposti: i due pannelli in cemento Le donne eroiche della Bibbia (bozzetti degli altorilievi collocati ai lati del portale della chiesa della Casa generalizia dei Fratelli Maristi a Roma realizzati tra il 1962-64; cfr. R140-R141) e i sei rilievi in maiolica Gesù fra i dottori, Ingresso in Gerusalemme, Mosè riceve le tavole, Il discorso della montagna, La pesca miracolosa, La tempesta sedata, nei quali lo scultore aveva ripreso i soggetti ideati per i battenti bronzei dei tre portali della chiesa del Sacro Cuore di Firenze (cfr. R134-R139). Il rilievo raffigurante le Nozze di Cana può considerarsi il modello in scala ridotta della scultura in pietra arenaria di analogo soggetto realizzata per il cosiddetto Altare degli sposi nella cappella superiore della chiesa di San Giovanni Battista a Campi Bisenzio, meglio conosciuta come la chiesa dell’Autostrada del Sole. Nel corso degli anni Sessanta nella maniera bianciniana si accentuò il processo di scomposizione e ricostituzione delle forme basato sulle scansioni geometriche, desunto dalle sperimentazioni cubo-primitiviste di derivazione picassiana diffuse in Italia a partire dal secondo dopoguerra. Approdato ad un risultato congeniale alla sua vena narrativa, Biancini conservò immutato nel tempo il suo personalissimo linguaggio espressivo, nel quale il naturalismo connaturato alla sua maniera lo spinse verso un linguaggio realistico in cui, tuttavia, l’evidenza dell’immagine era attutita dalla fantasia poetica e pertanto non raggiunse volutamente gli esiti delle ricerche neorealiste. Ciò che lo scultore propone è soprattutto una rappresentazione simbolica della realtà, filtrata dalla memoria e dal sentimento, nella quale il racconto assume spesso una declinazione fiabesca o mitica, anche nel caso dei soggetti sacri. Fonti e bibliografia: Catalogo Galleria 1964, n. 60; Santaniello 2011, pp. 7-8. [F.S.]
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