Ultima cena (particolare)

Ceramica invetriata, 135 x 119 x 25 cm. Firmata e datata in basso a destra “Angelo Biancini / 1954”. Dono, 1955. Inv. n. 0161200

Nel settembre del 1954, in una lettera indirizzata a don Giovanni Rossi, lo scultore espresse il desiderio di poter avere un giorno una parete della costituenda Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate per “esporre come un Della Robbia moderno, un gruppo di maioliche preziose per tecnica [...], colori e ritmi poetici di un’arte sacra raffinata e gentile”. Nel corso degli anni Biancini riuscì a concretizzare questa sua volontà, poiché la Pro Civitate acquisì molte sue opere attraverso concorsi, premi-acquisto, donazioni o commissioni. Questo pannello dell’Ultima cena entrò a far parte della collezione nell’aprile del 1955, quando lo scultore lo donò a don Giovanni insieme ad altri due rilievi raffiguranti Sant’Antonio di Padova (ceramica, R110) e Santa Chiara che benedice i pani (ceramica smaltata, R103). In quest’opera Biancini riprese fedelmente, sebbene in dimensioni ridotte, il particolare centrale del Cenacolo degli Apostoli che nel 1954 aveva sistemato nel refettorio del convento di Sant’Angelo a Milano. Lo scultore rappresentò il momento più intensamente drammatico dell’Ultima cena, ovvero l’attimo in cui Cristo annuncia il tradimento di uno dei suoi discepoli. Ciò gli permise di descrivere i vari atteggiamenti degli apostoli, che nella mimica facciale e nei gesti concitati traducono il turbamento psicologico e il travaglio dei loro animi. Sempre nel 1955, in concomitanza con il Corso di studi cristiani, Biancini allestì nella Cittadella una personale presentando nove opere, tra bronzi e ceramiche, tra cui il San Bernardino (cfr. R105) che entrò a far parte della collezione d’arte della Pro Civitate grazie alla liberalità di un industriale che lo acquistò e lo donò. Fonti e bibliografia: Vergani 1955, pp. 1-2; Catalogo Galleria 1964, n. 55; Santaniello 2011, p. 5. [F.S.]