Titolo
Eucarestia
Soggetto
eucarestia
Autore
Congdon, William (1912/1998)
-
analisi stilistica
-
disegnatore
Tipo oggetto
decorazione musiva
,
pannello
Date
terzo quarto sec. XX
1961
documentazione
Serie
Materiali
mosaico a tessere polimateriche
Misure (cm./gr.)
Altezza:
127.5 Larghezza:
105
Le sembianze del mondo contemporaneo si sublimano nella massima espressione della Comunione tra Gesù Cristo e l’umanità intera.
Mosaico a tessere polimateriche, 127,5 x 105 cm. Dono, 1961. Esposizioni: Personale William Congdon, Assisi 1961; Mostra di William Congdon, Milano 1962; Un americano in Assisi. William Congdon nel centenario, Assisi 2012. Inv. n. 0169300 (Galleria).
William Congdon dipinse nel 1961 due versioni molto differenti dell’Eucarestia, entrambe tradotte in mosaico ed esposte poi insieme alle realizzazioni musive nella grande personale dedicata all’artista nel Salone delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano nel 1962. L’esecuzione del mosaico di Eucaristia n. 1 fu affidato da Congdon a Ottone Marabini, che nel giugno 1961 l’aveva già completato e gli rispediva da Venezia il dipinto, servito come modello, e l’opera completata. Il quadro, più volte riprodotto in articoli de “La Rocca” di quell’anno e sulla copertina del libro del pittore, Nel mio disco d’oro, fu immediatamente acquistato da un collezionista privato, mentre il mosaico di Eucarestia n. 1 fu donato dall’artista alla Pro Civitate Christiana. La seconda versione dell’olio e la sua traduzione musiva, nel catalogo della mostra di Milano del 1962, risultavano invece ancora proprietà dell’autore. Eucaristia n. 1 era considerata da Congdon l’unica opera adatta per la diffusione ancora nel 1963 (lettera del 1° ottobre 1963) e rappresenta una realizzazione chiave nel percorso artistico del pittore dopo la conversione. Lui stesso la riteneva un punto di arrivo: la raffigurazione dell’ostia, bianca e luminosa al centro della composizione, può essere considerata l’evoluzione di quei soli e di quelle lune che poneva nei cieli delle sue rappresentazioni di New York del 1949. Finché il “disco d’oro”, come Congdon lo definì, diventa la figura stessa di Cristo, come bene si nota anche nella seconda versione dell’Eucaristia, dove all’interno dell’ostia è materialmente raffigurato il Cristo. In entrambe le realizzazioni sul soggetto, il simbolo sacro separa il mondo celeste da quello degli uomini, occupando il centro esatto della costruzione, concepita dall’artista come un inno alla gioia della fede; come nota Tony Bernardini: “I colori, il disegno, tutta la grande rosa della composizione, che si sprigiona da un centro bianco di luce e dilaga diversamente sui due piani, della terra e del cielo, non sono che note di un pentagramma, colpi d’ala, a disegnare e intridere nella materia un momento di gioia senza confini” (Bernardini 2012). Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Congdon William, lettera del 1 ottobre 1963; Bruzzichelli 1961b, p. 41; Bernardini 1961, p. 43; Catalogo Galleria 1964, n. 117; Bernardini 2012, p. 30, tav. VIII. [S.V.]
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Metadata Description
Eucaristia n. 1