Titolo
Ego sum (n.4)
Soggetto
Ego sum (n.4)
Autore
Congdon, William (1912/1998)
-
sigla
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1960/03
(1961)
data, data
Serie
Materiali
tecnica mista su tavola
Misure (cm./gr.)
Altezza:
55 Larghezza:
42
Olio su faesite, 55 x 42 cm. Acquisto, 1961. Esposizioni: Personale William Congdon, Assisi 1961; Mostra di William Congdon, Milano 1962; Gesù nell’arte contemporanea, Ferrara 1964; Cristo nell’arte contemporanea, Lugano 1965; Un americano in Assisi. William Congdon nel centenario, Assisi 2012. Inv. n. 0155800 (Galleria).
Come la maggior parte dei dipinti realizzati da William Congdon sia prima che dopo la conversione, Ego sum, eseguito nel marzo 1960, è un’opera seriale; l’artista sentiva infatti l’esigenza di tornare continuamente sul soggetto, fino ad esaurirlo, indagandolo e riducendolo ai minimi termini delle possibilità di realizzazione. La tavola in possesso della Pro Civitate Christiana è la quarta versione sul tema, condotta con una preferenza grafica rispetto all’uso delle sole pennellate di colore con funzione costruttiva ed evocativa (come in numerose altre opere più tarde), che la avvicina alla Deposizione dello stesso anno (v. scheda n. 45). Le figure del Cristo e degli apostoli, così come i solchi delle onde del mare in tempesta, sono accompagnati da sottili linee nere di contorno, che però non racchiudono e limitano il colore (che anzi esonda con ancora più forza da queste fragili barriere), ma, semplicemente sovrapponendoglisi, gli assegnano una forma, rendendone esplicito il significato. La scena, che rappresenta il salvataggio degli apostoli sul mare in tempesta da parte di Gesù (Matteo XIV, 24-37), si discosta dalla prima versione del soggetto, in cui dominava un’atmosfera molto più cupa e Cristo era rappresentato come un gigante mobile e dorato sovrapposto alla vela della barca. Qui Cristo è la vela della barca, e la luce che emana da lui illumina completamente la scena, caratterizzata da uno sfondo bianco, luminosissimo, che alleggerisce la tensione dell’evento narrato, sdrammatizzandolo e caricandolo anche – cosa inusuale per Congdon – di una vena divertita e profondamente gioiosa nell’umana partecipazione del sentimento, evidente nel disegno dei personaggi sulla barca, con le manine alzate in segno di sollievo e stupore per la rivelazione del Cristo (cfr. Bernardini, in William Congdon 1912-1998, 2005, p. 24). Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1961b, p. 42; Congdon 1961b, tav. XIV; Catalogo Galleria 1964, n. 113; Bernardini 2012, p. 25, tav. II. [S.V.]
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