Titolo
Crocifisso n. 2
Soggetto
Crocifisso n. 2
Autore
Congdon, William (1912/1998)
-
sigla
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1960/03
data
Serie
Materiali
tecnica mista su tavola
Misure (cm./gr.)
Altezza:
89.5 Larghezza:
58.5
Tecnica mista su faesite, 89,5 x 58,5 cm. Acquisto, 1960. Esposizioni: Personale William Congdon, Assisi 1961; Mostra di William Congdon, Milano 1962; Gesù nell’arte contemporanea, Ferrara 1964; Cristo nell’arte contemporanea, Lugano 1965; William Congdon 1912- 1998. Analogia dell’icona, Milano 2005; Un americano in Assisi. William Congdon nel centenario, Assisi 2012. Inv. n. 0157900 (Galleria).
William Congdon realizzò Crocifisso n. 2 nel 1960, a Venezia, poco prima di trasferirsi definitivamente ad Assisi. L’opera è la prima di soggetto religioso eseguita dopo la conversione alla fede cattolica nel 1959 e la prima in cui l’artista, espressionista astratto, si cimentò con la figura umana. Tony Bernardini nota come l’immagine di Cristo sia avvicinabile in questa prima elaborazione del soggetto a quella degli avvoltoi guatemaltechi, come se la figura umana appena introdotta nell’arte di Congdon dovesse subire un processo di trasformazione per essere assimilata (Bernardini 2012, p. 24). Dopo questa prova, l’artista si fermò un anno dal dipingere per capire la direzione che la sua arte e la sua vita avrebbero dovuto prendere e quindi, ritornato al lavoro, riprese il soggetto, che divenne una costante della sua ricerca e produzione per un ventennio. Parlando di questo suo primo Crocifisso, Congdon diceva: “Le braccia sulla croce sono come rami d’albero: lunghe leve che operano a fare sprigionare dal petto latte e miele di vita, acqua e sangue del corpo Mistico. La testa cade sul corpo la cui ‘bellezza è velata durante la grande ora del Calvario. Risaltano soltanto la sua debolezza, la sua vulnerabilità, la sua solidarietà con tutte le conseguenze orribili del peccato’. Il collasso è completo. Stracciato. Rimane soltanto il sospiro d’amore, d’oro che fiorisce dalla bocca sul petto: ultime parole che palpitano sulla carne morta” (“Rocca” 1960, p. 28). L’immagine insieme drammatica e salvifica del Cristo disfatto in un insieme di luce e oro è la rielaborazione dell’idea relativa alla forma, espressa in uno dei due bozzetti del quadro, conservato in collezione privata ad Assisi. In questa prima prova però, la Croce risalta maggiormente e lo sfondo bruno copre una piccola veduta della città di Venezia, venendo il corpo di Cristo a sovrapporsi così alla Basilica, fino a quel momento, nei paesaggi veneziani, fonte di luce delle composizioni. Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1960a, p. 28; Congdon 1961a, p. 41; Bernardini 1961, p. 43; Bruzzichelli 1961b, pp. 41-42; Bruzzichelli 1961c, p. 40; Congdon 1961b, p. 20; Fallani 1961, p. 5; Catalogo Galleria 1964, tav. LXXIX, n. 112; William Congdon 1912-1998 2005, p. 79, n. 33; Bernardini 2012, p. 24, tav. I. [S.V.]
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