Deposizione

Olio su faesite, 44 x 50 cm. Acquisto, 1961 Esposizioni: Personale William Congdon, Assisi 1961; Mostra di William Congdon, Milano 1962; Cristo nell’arte contemporanea, Lugano 1965; Un americano in Assisi. William Congdon nel centenario, Assisi 2012. Inv. n. 0156200 (Galleria). .

William Congdon realizzò la Deposizione conservata presso la Galleria d’arte dei contemporanei della Pro Civitate Christiana nel dicembre 1960. L’artista rielaborò più volte in bozzetto l’idea del dipinto, nel tentativo di raggiungere una composizione più compatta, incentrata sulla piramide formata dai tre personaggi. Assai simile per stile a Ego sum dello stesso anno (v. scheda n. 42), la tavola mostra analoga attenzione per il disegno, attraverso l’impiego di sottili linee di contorno nere, incise sul colore steso a spatola, con poca materia sovrapposta più volte e grattata via, in modo da far emergere la preparazione scura del fondo. Solo le capigliature delle tre figure sono state trattate con uno strumento più sottile, la punta della spatola o forse un pennello; in particolare, quella bionda del Cristo, dalla testa riversa in avanti, crea onde attraverso l’impasto materico del colore che si addensa in una tragica colata, che fa risaltare il particolare nell’intrico dei corpi. A differenza di Ego sum, prevalgono nella Deposizione i toni scuri, contrastati solo dal rosso e dal blu delle vesti e dal biondo dei capelli di Gesù, che non riescono però a bilanciare l’effetto ferale dell’amalgama di beige e nero dell’insieme. L’erosione del colore, che in alcuni punti assomiglia quasi al decadimento operato dal tempo sulle superfici, crea inoltre a sua volta un effetto altamente drammatico, che accentua la tragicità della scena, di cui il muto grido del volto vuoto di Giuseppe di Arimatea costituisce il centro esatto. Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1961b, p. 42; Congdon 1961b, tav. VIII; Catalogo Galleria 1964, n. 116; Bernardini 2012, p. 28, tav. V. [S.V.]