Ecce Homo

Olio su faesite, 100 x 119 cm. Acquisto, 1961. Esposizioni: Personale William Congdon, Assisi 1961; Mostra di William Congdon, Milano 1962; Un americano in Assisi. William Congdon nel centenario, Assisi 2012. Inv. n. 0155900 (Galleria).

William Congdon realizzò l’Ecce Homo conservato presso la Galleria d’arte dei contemporanei di Assisi nell’ottobre 1960. Si tratta di una vasta composizione, ispirata all’episodio biblico riportato da Giovanni (XIX, 5-6), di Pilato che lascia decidere alla folla e ai sacerdoti ebraici della sorte di Gesù. Tuttavia nel dipinto Cristo è colto nella piena maestà della sua figura divina: è immateriale, una lunga figura, sottile e quasi evanescente, vestita di porpora. La costruzione interna del dipinto accentua la verticalità della figura di Gesù, complicandosi in una successione di piani che conducono lo sguardo verso il fondo, lasciando un vasto spazio a destra, che si contrappone con la sua piattezza alla spazialità tridimensionale del resto della composizione. La parte sinistra della tavola, figurativa, assolve ad una funzione narrativa ed è caratterizzata da una sovrabbondanza di decorazione, con la splendida pavimentazione ornata che conduce lo sguardo nel suo digradare prospettico verso il Cristo; quasi tagliato fuori dal bordo del dipinto, come se tentasse di uscire dalla composizione e nascondersi è Pilato, che nel fuggire di fronte a Gesù, si volta a guardarlo intimorito. Il vasto rettangolo astratto, a destra della balconata, lascia emergere l’imprimitura scura ed è caratterizzato da un complicato graffito che evoca la visione di una città (in questo caso Gerusalemme) ed è assai simile alle inquiete raffigurazioni di New York degli anni Cinquanta dello stesso artista, nelle quali il brulichio delle linee corrispondeva al caotico e frenetico esplodere delle contraddizioni che le animavano. Fonti e bibliografia: Congdon 1961b, tav. III; Bernardini 1961, p. 43; Catalogo Galleria 1964, n. 115; Bernardini 2012, p. 27, tav. IV. [S.V.]