Titolo
Pietà
Soggetto
Pietà
Autore
Messina, Francesco (1900/1995)
-
firma
Tipo oggetto
scultura
Date
terzo quarto sec. XX
1953
documentazione
Serie
Materiali
bronzo a fusione
Misure (cm./gr.)
Altezza:
210 Larghezza:
70 Profondità:
65
Donata alla Pro Civitate Christiana nel 1953, l’opera è un gruppo scultoreo in cui il timoroso stupore per la resurrezione si unisce alla testimonianza del potere e della misericordia di Dio
Bronzo, 210 x 70 cm. Acquisto, 1953. Esposizioni: Francesco Messina, Assisi 1953; Cristo nell’arte contemporanea, Lugano 1965. Inv. n. 0181600 (Giardini).
L’opera è una delle due Pietà presentate da Francesco Messina in occasione della mostra personale tenuta ad Assisi nel 1953, entrambe acquisite dalla Pro Civitate Christiana. In particolare, dopo l’esposizione, don Giovanni Rossi richiese all’artista una versione in bronzo in grandi dimensioni del gruppo, la cui fusione avvenne nell’ottobre 1953. Così come il bozzetto, nell’ambiente di Dandolo Bellini, con cui Messina era costantemente in contatto, l’opera riscosse un grande successo, tanto che ne sono presenti copie, eseguite leggermente più tardi, sia nella Galleria d’Arte dei Contemporanei di Villa Clerici, sia in Vaticano. Anche in ambito funerario l’artista recuperò più volte il gruppo, con minime variazioni, dalla tomba Bonomi del Cimitero monumentale di Milano fino al monumento per la famiglia Garrone per il Cimitero di Carpeneto. Anche in questa seconda versione assisiate della Pietà è evidente la rimeditazione del modello michelangiolesco da parte di Messina; solo che il confronto con l’opera rinascimentale si fa più serrato ed evidentemente scoperto che nel precedente bozzetto. L’artista riprese quasi puntualmente ritmi e suggestioni derivati dalla Pietà di Palestrina, attribuita alla cerchia del Buonarroti, eliminando però il terzo membro del gruppo scultoreo e concentrando l’attenzione esclusivamente sul blocco compatto della Vergine e del Cristo. È soprattutto il modo in cui il corpo di Gesù poggia mollemente sulla madre che lo sorregge a essere rielaborato da Messina con grande raffinatezza; il bilanciamento conferito alla figura dalla disposizione chiasmica di gambe e braccia risulta rafforzato dalla perfetta verticalità del corpo della Madonna che funge da colonna. L’attenzione all’esattezza della resa anatomica è estrema, e il gruppo rivela una raffinata cura per il dettaglio, fino alla minuziosa riproduzione di particolari come le vene rigonfie sul braccio di Cristo. Fonti e bibliografia: Giannessi 1953, pp. 12-14; Catalogo Galleria 1964, n. 322. [S.V.]
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La grande pietà