Titolo
Via Crucis
Soggetto
Via Crucis
Autore
Messina, Francesco (1900/1995)
-
firma
Tipo oggetto
Rilievi
,
via crucis
,
ciclo
Date
terzo quarto sec. XX
Serie
Materiali
Misure (cm./gr.)
Bronzo, 60/50 x 46/42 cm circa cadauna. Acquisto, 1953. Esposizioni: Francesco Messina, Assisi 1953. Inv. nn. 0176201-214 (Cappella).
Nel corso della personale di Francesco Messina, tenuta alla Cittadella di Assisi in occasione del XI Corso di studi cristiani nel 1953, furono esposte alcune formelle di due differenti serie della Via Crucis. Don Giovanni Rossi, al termine della mostra, commissionò allo scultore l’intera serie di quattordici stazioni della prima di queste serie, della quale erano state eseguite precedentemente e presentate nell’esposizione solo tre rilievi: la dodicesima, tredicesima e quattordicesima fermata. Nel settembre 1953, dalla Pro Civitate Christiana furono rimandate allo studio di Messina le stazioni già esistenti per servire da modello per il completamento della serie, alla quale però l’artista iniziò a lavorare solo dopo un periodo di pausa per riprendersi dalla fatica del lavoro dell’anno prima. Approvati i modelli da parte di Furio Cicogna, che si era recato a vederli prima che fossero consegnati alla fonderia, e ultimate le fasi di fusione e finitura nel marzo 1954, le sette casse contenenti i quattordici gruppi furono fatte partire per Assisi. Messina non si recò alla Cittadella per la posa in opera dei bronzi; il compito fu invece demandato dall’artista a Dandolo Bellini che si preoccupò di trovare la collocazione ottimale nella cappella. Come molte opere a soggetto religioso ideate da Messina, anche le stazioni della Via Crucis vennero riutilizzate successivamente in contesti differenti, con alcune varianti e modifiche. Nel monumento Garrone del Cimitero di Carpeneto, nel 1964, l’artista non solo posizionò una Pietà evidentemente ricavata da quella fusa nel 1953 per Assisi, ma recuperò alcuni dei rilievi della Via Crucis cambiandone solo minimi particolari. Rispetto alle sculture a tutto tondo, in questi rilievi Messina mostrò una vena narrativa più spiccata, con una minore attenzione prestata al dettaglio e alla politezza del materiale, favorendo così un trascorrere della luce sulle superfici dall’effetto profondamente drammatico. Fonti e bibliografia: Giannessi 1953, pp. 12-14; Catalogo Galleria 1964, nn. 326-329. [S.V.]
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