Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Biancini, Angelo (1911/1988)
-
analisi stilistica
Tipo oggetto
rilievo
Date
terzo quarto sec. XX
1950 - 1974
analisi stilistica
Serie
Materiali
ceramica smaltata
Misure (cm./gr.)
Altezza:
80 Larghezza:
77 Profondità:
11
Ceramica smaltata, 80 x 70 x 11 cm. Dono, 1959. Inv. n. 0179300
Nel 1954 Biancini realizzò per la Pro Civitate Christiana il grande pannello in cemento raffigurante Gesù divino lavoratore. In precedenza aveva affrontato il tema del lavoro di Cristo in questo rilievo che costituisce una versione, riveduta e corretta, di una formella afferente al Ciclo dei Mesi (come dimostra la presenza del segno zodiacale dello Scorpione visibile nell’angolo in alto a sinistra) che aveva scolpito all’inizio degli anni Cinquanta. A volte anche a distanza di anni, l’artista era solito tornare su di un medesimo soggetto, reinterpretando il tema trattato o proponendolo con soluzioni figurative e materiali differenti. Del resto le tecniche esecutive della ceramica – che Biancini ha sempre considerato un medium espressivo al pari degli altri – gli avevano permesso di moltiplicare uno stesso soggetto. In tal senso dovette essere determinante l’esperienza presso la Società Ceramica Italiana di Laveno, con cui collaborò dal 1937 al 1941, quando dimostrò di saper adattare le proprie invenzioni formali ai processi della riproduzione seriale. Biancini trovò interessante questa sperimentata possibilità di ristudiare un tema per proporne delle varianti, poiché gli permetteva di estendere nel tempo le proprie linee di ricerca. Un curioso elemento figurativo presente in quest’opera e ricorrente in molti altri lavori è il gatto, animale molto amato dallo scultore. Formatosi artisticamente presso l’Istituto d’Arte di Firenze sotto la guida di Libero Andreotti, Biancini partecipò costantemente alle edizioni della Biennale di Venezia dal 1934 al 1958 (eccetto il 1938) e a quelle della Quadriennale di Roma dal 1934 al 1965. Durante gli anni Quaranta, che lo videro, dal 1943, assistente di Domenico Rambelli presso l’Istituto per la Ceramica di Faenza e nel dopoguerra titolare della cattedra di Plastica, l’artista perseguì una ricerca fondata sui valori della figurazione classicamente concepita con una meticolosa attenzione al magistero tecnico e un costante recupero del lessico naturalistico. Fonti e bibliografia: Catalogo Galleria 1964, n. 47; Santaniello 2011, p. 6. [F.S.]
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