Gesù sul lago di Tiberiade

Olio su tela, 145 x 308 cm. Firmato e datato in basso a destra “FERR. FERRAZZI 1954”. Acquisto, 1953. Inv. n. 0136300 (Galleria).

La realizzazione dell’opera fu finanziata dal dottor Dino Cardarelli in occasione del Corso di studi cristiani del 1953. Anche in questo dipinto Ferrazzi, pur seguendo fedelmente la narrazione evangelica, propose soluzioni pittoriche e iconografiche capaci di evocare una realtà in biblico tra vero e apparente, suggerendo una dimensione mitica e senza tempo per evidenziare soprattutto i segni del sacro che si manifestano nella vita degli uomini. Gesù risorto, circonfuso da una luce azzurra e sovrastato dall’aureola fiammeggiante riferibile alla presenza dello Spirito Santo, chiama gli Apostoli di ritorno dalla pesca miracolosa invitandoli a mangiare. Ai suoi piedi Ferrazzi ha rappresentato una natura morta di pani e pesci, tra i simboli più tradizionali dell’iconografia cristologica. Seguendo una prospettiva di memoria giottesca, tanto ardita quanto improbabile, il pittore ha creato uno spazio irreale culminante in un vortice multicolore per mezzo del quale ha trasformato metaforicamente le acque del lago di Tiberiade nel turbine di sentimenti che, com’è facile immaginare, agitò gli animi degli apostoli alla vista di Gesù. Dal punto di vista pittorico il vortice richiama alla mente l’esperienza futurista di Ferrazzi. Egli, infatti, prima della svolta novecentista, aveva aderito al movimento marinettiano partecipando tra l’altro alla mostra di Palazzo Cova a Milano nel 1919. Fonti e bibliografia: Catalogo Galleria 1964, tav. LXXIII, n. 190; Ragghianti - Recupero 1974, p. 112 (con il titolo Cristo sul lago di Tiberiade e la data 1955). [F.S.]