Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Galletti, Guido (1893/1977)
-
firma
Tipo oggetto
scultura
Date
terzo quarto sec. XX
1958
data
Serie
Materiali
bronzo a fusione
Misure (cm./gr.)
Altezza:
153 Larghezza:
63 Profondità:
65
Bronzo, 153 x 63 x 65 cm. Acquisto, 1958. Esposizioni: Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1958. Inv. n. 0001800 (Giardini).
Guido Galletti eseguì il suo Gesù divino lavoratore per il concorso su invito del 1958, nell’ambito delle manifestazioni artistiche del XVI Corso di studi cristiani. I rapporti fra l’artista e la Pro Civitate Christiana erano già piuttosto stretti anche per la mediazione della Galleria di Arte Sacra dei Contemporanei di Milano, tanto che ad Assisi era stato donato nel 1956, prima dell’opera richiesta per il concorso del 1958, un bronzetto (con soggetto la Pietà, cfr. R404), e l’artista nel corso degli anni si premurò di mantenere sempre aggiornato l’archivio fotografico dell’istituzione assisiate con le riproduzioni delle sue opere di soggetto cristologico. La realizzazione del Gesù divino lavoratore impegnò lo scultore dal gennaio al luglio 1958, quando consegnò il gesso finito alla fonderia Battaglia di Milano perché fosse trasposto in bronzo. Come si evince dalla corrispondenza (31 gennaio 1958), il soggetto richiese all’artista una rimeditazione sui pochi passi dei Vangeli nei quali si allude all’attività lavorativa di Cristo. La definizione di “legnaiolo” venne interpretata inizialmente in senso esteso, come “homo faber”, cioè falegname, ma anche fabbro, muratore, carpentiere e agricoltore, per poi essere tradotta sotto l’aspetto di un “Gesù forgiatore”. Galletti scrisse all’allora direttrice delle raccolte d’arte della Pro Civitate Christiana, Pia Bruzzichelli, “di aver voluto rappresentare la figura di un lavoratore sotto forma di operaio forgiatore, intento a battere un blocco di metallo incandescente sulla sua incudine, nella quale però fosse chiaramente riconoscibile l’immagine di Gesù Cristo nel suo aspetto tradizionale” (31 luglio 1958). Nonostante la scelta di mantenere l’immagine del Cristo nella sua collocazione cronologica, l’opera mostra un’evidente vicinanza con le figure di lavoratori (in particolare Le marteleur) realizzate in scultura nell’ultimo trentennio dell’Ottocento dal belga Constantin Meunier, pur traducendo l’ispirazione francese, di impronta realista, in una maggiore gentilezza e politezza di forme. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Galletti Guido, lettere del 31 gennaio e 31 luglio 1958; Mariani 1958, p. 22; Catalogo Galleria 1964, n. 202. [S.V.]
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