Titolo
Crocifissione
Soggetto
Crocifissione
Autore
Sassu, Aligi (1912/2000)
-
firma
Tipo oggetto
pannello
Date
terzo quarto sec. XX
1950 - 1974
analisi stilistica
Serie
Materiali
ceramica dipinta
Misure (cm./gr.)
Altezza:
110.5 Larghezza:
62.5 Profondità:
1.5
Ceramica dipinta, 110,5 x 62,5 cm. Firmata in basso a destra “SASSU”. Dono, 1970. Inv. n. 0157200 (Galleria).
Aligi Sassu donò la sua opera alla Pro Civitate Christiana nel 1970, ma già dagli anni Quaranta egli manteneva un proficuo scambio epistolare con don Giovanni Rossi, parlando di arte e iconografia sacra. In particolare, in una lettera che si può far risalire al 1943 – dato che l’artista nel testo si riferiva alla Deposizione da presentare al Premio Bergamo di quell’anno (poi non tenutosi) – scrisse di aver voluto fare un’opera di arte sacra in cui la forza creativa dell’artista, pur restando fedele ai canoni liturgici e rappresentativi dell’iconografia del Cristo, fosse pienamente libera e moderna nell’espressione delle forme e dei colori, e nella fantasia. Concetti che si possono applicare anche alla leggermente più tarda Crocifissione, in cui, a partire dal titolo, Eli Eli Lama Sabactani (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?) si dà un’interpretazione completamente terrena della sofferenza del Cristo, colto nel momento del dolore fisico e spirituale più estremo. La presenza del cardinale in basso a destra nella composizione riporta, d’altra parte, l’evento alla storia contemporanea, come avviene nella serie dei Concili, avvicinando ancora di più la figura del Crocifisso alla vicenda quotidiana degli uomini e della Chiesa. L’idea di inserire elementi del contemporaneo nella storia del Cristo poggiava sulla base teorica del pensiero di Jacques Maritain, che era stato guida, a partire dagli anni Trenta, per molti artisti, non ultimo Gino Severini. Rispetto al purismo del filone di artisti ispirati dal filosofo francese, Sassu però si distingue per un maggiore romanticismo nell’interpretazione delle tematiche sacre. Per quanto riguarda la scelta di dipingere su ceramica, bisogna considerare che Sassu iniziò a sperimentare tale tecnica già negli anni Trenta, grazie a Tullio Mazzotti che ad Albisola metteva a disposizione degli artisti i suoi laboratori. Fra il 1948 e il 1961 Sassu ricominciò ad usufruire della fabbrica ceramica di Albisola, insieme ad altri artisti come Agenore Fabbri e Lucio Fontana, dopo il tentativo fallito di aprirne una propria in Val Ganna. Diede quindi avvio ad una vasta produzione di vere e proprie sculture a tutto tondo, ma anche di dipinti su ceramica, che come nel caso della Crocifissione esaltano l’uso espressionista del colore da parte dell’artista, con la ricerca di trasparenze e smaltature di forte impatto emotivo. [S.V.]
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Eli Eli Lama Sabactami