Titolo
Gesù Maestro fra gli umili
Soggetto
Gesù Maestro fra gli umili
Autore
De, Amicis Cristoforo (1902/1987)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1961
data
Serie
Materiali
olio su tela
Misure (cm./gr.)
Altezza:
100 Larghezza:
81.5
Olio su tela, 100 x 81,5 cm. Firmato in basso a destra “De Amicis”. Acquisto, 1961. Inv. n. 014880 (Galleria).
Gesù maestro fra gli umili fu eseguito da Cristoforo De Amicis nel 1961 su invito di don Giovanni Rossi. Nella lettera di incarico si specificavano i soggetti fra i quali era possibile scegliere per l’esecuzione del dipinto destinato alla Galleria d’arte appena allestita (Gesù divino lavoratore, Gesù medico e Gesù maestro) e le indicazioni generali per il tema scelto, che nel caso del Gesù maestro consistevano nel rendere “la potenza e la sapienza che affascinava i singoli e le folle traendole a Sé”. Partendo da queste premesse, De Amicis tradusse il tema iconografico in maniera molto libera e sentita, come scrisse a don Rossi nella lettera spedita, subito dopo aver ultimato il dipinto, da Caldé il 7 agosto 1961, dicendo di aver voluto raffigurare il Cristo circondato dalla folla su uno sfondo arso e brullo per tentare “di rendere attraverso la pittura, cioè attraverso lo svolgersi della forma e del colore, il manifestarsi di quell’umano e insieme spirituale sentimento che sorge negli umili”. Il modo in cui l’artista descrisse il soggetto raffigurato lascia intendere un’ingenuità che in realtà nella pittura di De Amicis è soltanto apparente; anche nei soggetti religiosi, infatti, la freschezza di sentimenti nel trattare i temi è sempre unita ad una componente colta e intellettuale, capace di assimilare e rielaborare sapientemente e originalmente i suoi modelli. Presentato in occasione del Corso di studi cristiani del 1961, concomitante all’allestimento degli ambienti della Cittadella destinati alla nuova Galleria permanente, il dipinto Gesù maestro, del quale si conosce anche il bozzetto esposto alla V Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra per la Casa del 1961 a Milano, rivela come ancora ad una data così tarda nella sua produzione De Amicis rimanesse fedele alle istanze pittoriche che lo avevano guidato agli inizi della sua carriera artistica. La tavolozza di intonazione chiara e la pennellata vibratile e frammentaria, unita alla saldezza dei volumi di chiara ispirazione cézanniana, rimandano infatti alla cultura artistica francese da lui osservata, come reazione antinovecentista, negli anni Trenta e diventata sostegno distintivo della sua sensibilità pittorica. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio De Amicis Cristoforo, lettera del 7 agosto 1961; Bruzzichelli 1961c, p. 41; Catalogo Galleria 1964, tav. LXXXVIII, n. 162. [S.V.]
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