Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Brancaccio, Giovanni (1903/1975)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1953
documentazione
Serie
Materiali
olio su tavola
Misure (cm./gr.)
Altezza:
120 Larghezza:
80
Olio su tavola, 120 x 80 cm. Firmato in basso a destra “G. Brancaccio”. Acquisto, 1953. Esposizioni: Cristo e il lavoro, Gradisca d’Isonzo (Gorizia) 2011. Inv. n. 0142500
Dalle missive conservate nell’archivio della corrispondenza si evince che l’opera venne commissionata il 9 gennaio 1953. Documentata presso la Pro Civitate già il 27 luglio dello stesso anno per il Corso di studi cristiani, venne accolta da don Giovanni Rossi con grande entusiasmo, “ammirazione e gratitudine”. Nell’opera Cristo viene raffigurato in primo piano e occupa tutta l’altezza del quadro. Il panneggio della tunica è spigoloso e le vesti lasciano scoperti i piedi senza calzari che poggiano sulla nuda terra. Il quadro assume una teatralità e monumentalità tipiche della maniera dell’artista che, allo stesso tempo, permea la scena di realismo e sentimento religioso. Il Cristo è intento alla costruzione dell’aratro e i buoi raffigurati sullo sfondo sono un ulteriore riferimento al tema del lavoro. Con le parole di Vittorio Orazi sciogliamo il significato dell’aratro “che solcherà la terra per offrirla aperta al seme del ‘pane quotidiano’; il seme della ‘buona novella’: panem nostrum cotidianum da nobis hodie”. Già artista di riferimento del Novecentismo napoletano, dal secondo dopoguerra Brancaccio si allontanò dall’accademismo evidenziando qualche elemento di postcubismo, ma rimanendo tuttavia legato alla figuratività tradizionale, caratterizzata da una certa teatralità, e senza rinunciare ai valori chiaroscurali del Seicento napoletano. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Brancaccio Giovanni, lettera del 9 gennaio 1953; Orazi 1953, p. 12; Donati 1953, p. 12; Catalogo Galleria 1964, tav. V, n. 75. [F.L.G.]
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