Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Carpi, Aldo (1886/1973)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1954
data
Serie
Materiali
olio su tela
Misure (cm./gr.)
Altezza:
132 Larghezza:
195
Olio su tela, 132 x 195 cm. Firmato e datato in basso a sinistra “Aldo Carpi / 1954”. Acquisto, 1954. Esposizioni: Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1954. Inv. n. 0142100 (Galleria).
Realizzato su invito di don Giovanni Rossi nel 1954, il Gesù divino lavoratore di Aldo Carpi venne presentato alla mostra tematica sul soggetto di quell’anno, ma non riscosse immediato successo presso la critica per via dell’originale iconografia del Cristo. Vincenzo Golzio su “La Rocca” (1954, p. 21) ritenne l’esecuzione e le scelte di Carpi non convenienti al soggetto sacro rappresentato: un parere che non trovò riscontro invece presso don Giovanni Rossi, il quale nella missiva all’artista del 22 agosto 1954 aveva sottolineato la sua soddisfazione per il dipinto, definendolo un “capolavoro”. Già precedentemente Carpi aveva affrontato il tema di Gesù in mezzo ai lavoratori; nel quadro per la Pro Civitate Christiana, scelse di rappresentare il Cristo in qualità di carpentiere navale, impegnato a realizzare con l’ascia l’albero maestro per una barca di pescatori. Più che il tipo di lavoro al quale è intento, colpisce l’aspetto fisico di Gesù, raffigurato seminudo col corpo magro e asciutto e il volto, dallo sguardo penetrante, lontano da qualsiasi idealizzante convenzionalità; quasi una traduzione degli intenti espressi dall’artista nel 1948, quando diceva di voler evitare “certe figurazioni di Cristo che sono visi femminili con la barba! e piacciono tanto!”. Nella stessa direzione si colloca la decisione di assegnare al Cristo un colore rosso fuoco, assolutamente non naturalistico e investito di valenze simboliche nel suo spiccato espressionismo (“vivo di fiamma viva” viene detto Gesù nello stesso articolo: Aldo Carpi, Perché dipingo il “Cristo”, in “Il Regno”, n. 10, 25 marzo 1948). Evidente, in ogni caso, è la volontà di dare spazio al racconto nella scena, raffigurata quasi in maniera favolistica, nei trapassi teneri di colore e nei contorni addolciti, pur nell’effettiva adesione al quotidiano delle figure di uomini e donne che emergono attraverso l’uso di una materia pittorica luminosa e chiarissima. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Carpi Aldo, lettera del 22 agosto 1954; Golzio 1954, p. 21; Catalogo Galleria 1964, tav. VI, n. 95. [S.V.]
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