Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Manfrini, Enrico (1917)
-
firma
Tipo oggetto
rilievo
Date
terzo quarto sec. XX
1952
data
Serie
Materiali
bronzo a fusione
Misure (cm./gr.)
Altezza:
167 Larghezza:
96 Profondità:
20
Bronzo patinato, 167 x 96 x 20 cm. Firmato e datato in basso a destra “E. Manfrini 1952”. Acquisto, 1952. Esposizioni: Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1952; Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1953; Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1954. Inv. n. 0136800 (Galleria).
Alla fine del 1951 don Giovanni Rossi richiese a Enrico Manfrini, tramite Dandolo Bellini, di realizzare un’opera sul nuovo soggetto iconografico del Cristo operaio. L’artista decise di sviluppare l’incarico, a differenza di quanto era avvenuto con la statua del San Tarcisio, non a tutto tondo, ma nella forma del rilievo. Nonostante la scelta, le figure di Gesù e Maria emergono molto staccate dal fondo e quasi autonome, inserite in un ambiente che è praticamente tridimensionale e le racchiude. La traduzione dell’opera in bronzo dal modello, come si deduce dalla corrispondenza dell’artista (lettera del 10 luglio 1952), fu un’operazione piuttosto problematica, data la decisione di Manfrini di far fondere il suo Gesù divino lavoratore in un solo pezzo, senza ricorrere a saldature, nonostante la grande dimensione del rilievo. L’opera è caratterizzata, oltre che dalle grandi dimensioni, dalla particolare composizione e dal forte svolgimento verticale: il Cristo è colto nel momento del lavoro, come falegname, mentre assembla una scala che viene retta dalla Vergine Maria. La comunicazione di affetti fra il figlio e la madre è evidente, connotata come sempre, nelle opere di Manfrini, da un forte pathos, sempre controllato però da una rigida misura nella forma. Anche la patinatura finale dell’altorilievo tende a opacizzare, a smorzare gli effetti, i virtuosismi, che potrebbero attirare maggiormente l’attenzione, mantenendo la scena nell’ambito di un’atmosfera volutamente dimessa, quieta e familiare. Questo non impedisce che emergano con evidenza i simbolismi legati alle scelte figurative, per cui Maria, che regge la scala che porta al Regno dei Cieli, diviene parte attiva con il figlio del processo di salvazione dell’uomo: uno svolgimento del tema connotato da forte e sentita spiritualità. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Manfrini Enrico, lettera del 10 luglio 1952; Gesù divino lavoratore 1952, pp. 78-79; Dal Mare 1952, p. 11; Nicodemi 1952, pp. 10-11; Catalogo Galleria 1964, tav. XXXIX, n. 280. [S.V.]
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