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Per fare rete, per creare connessioni, per lo scambio di conoscenza, per la cultura condivisa, una nuova rubrica dedicata alle mostre, agli eventi e alle inaugurazioni a cui la Galleria d’Arte Contemporanea partecipa.
William Congdon. Paesaggio come misura del corpo
Una mostra a cura di Pasquale Fameli e Giovanni Gardini in esposizione al Museo Lercaro di Bologna dal 27/03/2025 al 27/07/25

Museo Lercaro, Bologna
Orgogliosa e partecipativa, la Galleria d'Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assisi è stata chiamata a collaborare alla mostra William Congdon. Paesaggio come misura del corpo con un'opera iconica ed estremamente rappresentativa del nucleo più rilevante della collezione permanente.

Risalente al 1960, Crocifisso n.2 di "Bill" Congdon prende parte ad un'esposizione in cui esplicito è il contesto di vita dell'artista che lega, come un fil rouge, tutte le opere selezionate per l'occasione espositiva; la rappresentazione del paesaggio e il rapporto con la natura, quali due tra le tematiche d'indagine della produzione artistica di Congdon, sono raccontate prendendo in considerazione la fase più tarda della sua attività che tende ad una radicale riduzione dei dati figurativi e degli effetti atmosferici a vantaggio di una visione astratta ed essenziale.
"Si tratta di una fase in cui l’artista sembra tornare a confrontarsi con soluzioni tra le più identificative della sua generazione e del contesto culturale d’origine, pur operando nella periferia lombarda e anzi trovando in essa gli stimoli ideali per composizioni estremamente semplificate nella strutturazione dei piani e delle superfici."

Museo Lercaro, Bologna
In questo racconto tra campiture di colore e astrattismi sempre più aniconici nello spazio pittorico, con Crocifisso n.2 è possibile stabilire una relazione di come l'artista ha concepito la figurazione del Corpo del Crocifisso negli anni della sua produzione, in cui la rappresentazione di questo "diventa sempre più misura del paesaggio, tanto da stabilire una continuità, se non una vera e propria identificazione, tra le due entità."

"I paesaggi di Congdon sono quindi estensioni dirette del corpo vissuto, emanazioni di una fisicità inquieta e imperfetta alla ricerca di un ordine, quello del quadro, entro cui espandersi e contrarsi, dispiegarsi e comprendersi, stabilendo il proprio equilibrio."
Contributi testuali a cura di Pasquale Fameli e Giovanni Gardini