Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Biggi, Antonio (1904/1966)
-
analisi stilistica
Tipo oggetto
rilievo
Date
terzo quarto sec. XX
1954
data
Serie
Materiali
bronzo a fusione
Misure (cm./gr.)
Altezza:
114 Larghezza:
85 Profondità:
7
Bronzo, 114 x 85 x 7 cm. Firmato e datato in alto a sinistra “ANTONIO / BIGGI / ROMA / MCMLIV”. Acquisto, 1954. Inv. n. 0001400 (Giardini).
Nel bronzo della Pro Civitate Christiana la figura di Cristo appare solida, dalla posa ferma e ben piantata a terra. Gli utensili scelti per quest’opera non sono quelli usuali del falegname, ma sono gli arnesi della fucina che il Divino Lavoratore utilizza, secondo le parole della corrispondenza di Biggi, per preparare “la chiave che poi consegnerà a Pietro”. La profondità è ottenuta dall’artista lavorando lo sfondo della scena attraverso una tecnica prossima allo stiacciato donatellian0. Il suo realismo suscitò un rigido giudizio di Vincenzo Golzio, secondo cui “la Figura del Cristo non manca di una certa energia, ma non ci piace molto, a essere sinceri, l’espressione del volto, che ha qualcosa di troppo realistico. Nell’arte sacra, pensiamo, non può mai mancare una certa idealizzazione dei tratti fisionomici, anche per corrispondere a quello che è il sentimento comune al maggior numero dei fedeli. L’arte sacra non può godere la sconfinata libertà dell’arte profana, perché essa deve essere anzitutto muta preghiera”. Tra la corrispondenza di Biggi è conservata la lettera di don Giovanni Rossi, cui è allegata la matrice di un assegno di 250.000 lire, che giudicò invece il lavoro molto bello e “molto ammirato dai visitatori, nella sua candida cornice di gelsomini”. Figlio d’arte – il padre era uno scalpellino carrarese –, Biggi presto si trasferì a Roma, in via Margutta. Partecipò alla Mostra del Sindacato Fascista delle Belle Arti del Lazio dal 1932, anno in cui espose il Ritratto del pittore Saitto e Adolescente, al 1942. Nel 1936 eseguì il Ritratto di Vittorio Emanuele II destinato all’aula della Corte d’Assise di Littoria, oggi Latina. Prese parte a tutte le edizioni della Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma dal 1939 al 1959. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Biggi Antonio, lettera del 20 giugno 1954; Golzio 1954, p. 21; Catalogo Galleria 1964, n. 64. [F.L.G.]
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