Titolo
Gesù consacra il pane
Soggetto
Gesù consacra il pane
Autore
Prosperi, Francesco (senior) (1906/1973)
-
firma
Tipo oggetto
rilievo
Date
terzo quarto sec. XX
1950 - 1974
analisi stilistica
Serie
Materiali
teracotta a rilievo
Misure (cm./gr.)
Altezza:
81 Larghezza:
65.5 Profondità:
7.5
Terracotta, 81 x 65,5 cm. In basso “PRENDETE QUESTO È IL MIO CORPO”. Acquisto, 1951. Esposizioni: Mostra Nazionale d’Arte Sacra, Assisi 1951. Inv. n. 0181100 (Giardini).
L’opera venne esposta alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra organizzata ad Assisi nel settembre-ottobre 1951 nell’ambito del XIII Congresso eucaristico nazionale. In quell’occasione fu acquistata dall’allora ministro della Difesa Giulio Andreotti e donata alla costituenda Galleria d’arte della Pro Civitate Christiana. L’acquisizione segnava l’inizio di un rapporto destinato a mantenersi nel tempo, testimoniato dalle numerose opere che da quel momento entrarono a far parte della collezione e dalla fitta corrispondenza dello scultore con l’istituzione, che proprio in quel 1951 dedicò alla sua attività un’intera pagina sulla rivista “La Rocca”. Tornato definitivamente ad Assisi nel 1943, dopo una lunga parentesi trascorsa a Tunisi come docente di arti plastiche presso l’Istituto d’Arte Italiano, Prosperi riallacciò stabilmente i rapporti con la propria città di origine, dalla quale, giovanissimo, si era allontanato per seguire le orme del padre Prospero, anch’egli scultore, a Firenze. Qui, oltre al tirocinio presso la bottega dello scultore assisiate Vincenzo Rosignoli, di cui il padre era aiutante, aveva frequentato l’Istituto d’arte di Porta Romana sotto la guida di Libero Andreotti. Il ritorno nella città natale segnò anche il definitivo avvicinamento alle tematiche religiose, e in particolare a quelle francescane – dal rilievo con E videro un carro di fuoco, realizzato nel 1943 per l’oratorio della cattedrale di San Rufino, ai bassorilievi con storie francescane nel Forum Franciscanum di Caslino d’Erba del 1948 –, che la recente esperienza della guerra obbligò a considerare al di là del mero valore estetico. È in questi soggetti religiosi che lo scultore soprattutto profuse la propria sensibilità, tutta tesa ad un processo di sintesi della forma ma al contempo orientata alla ricerca di una spiritualità che le antiche tecniche di lavorazione, magistralmente padroneggiate, riconducono tuttavia ad una dimensione storica sempre ben riconoscibile. Bibliografia: Gariboldi 1951, p. 9; Francesco Prosperi 1997, p. 149, n. 127. [r.]
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Gesù consacratore