Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
De, Chirico Giorgio (1888/1978)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1951/08/15
data
Serie
Materiali
olio su tela
Misure (cm./gr.)
Altezza:
140 Larghezza:
102.5
Commissionato nel 1949, il dipinto del grande artista metafisico verrà consegnato personalmente a Don Giovanni Rossi in occasione di una visita ad Assisi durante la quale De Chirico sposerà la sua compagna Isabella Pakszwer
Olio su tela, 140 x 102,5 cm. Firmato e datato in alto a destra “G. De Chirico / 15 agosto 1951”. Acquisto, 1951. Esposizioni: I Rassegna Nazionale del Sacro nell’Arte Contemporanea, Palermo 1976; Giorgio De Chirico. L’Apocalisse e la luce, Chieti 2012. Inv. n. 0136700 (Galleria).
La produzione a carattere religioso di de Chirico prese avvio nel 1939. Gli orrori della guerra avevano infatti inciso sulla sua sensibilità conducendolo ad una riflessione che sembra concludersi verso il 1953-54. Del 1949 è la commissione della Pro Civitate Christiana per questo Gesù divino lavoratore, che l’autore portò a termine nel 1951, anno in cui, insieme a Oppo, Fazzini e Prini, venne invitato ad Assisi in occasione del Corso di studi cristiani. L’opera di De Chirico è interessante anche per le vicende personali che legano il suo autore alla Pro Civitate: il quadro venne infatti portato ad Assisi dall’artista stesso insieme alla compagna, Isabella Pakszwer (Isa Far), con cui dopo pochi mesi celebrò il matrimonio religioso presso la Cittadella. Il tema del lavoro, abbastanza inusuale nell’arte sino a quel momento, è interpretato attraverso una scena che, pur restando fedele alla tradizionale iconografia della Sacra famiglia, trascende il significato di Gesù di Nazareth nello spazio e nel tempo. Il garzone appena al di sotto del Gesù lavoratore sembra riproporre lo stesso Gesù fanciullo che aiuta il padre nella bottega, nell’atto di trasportare le tavole di legno che sono il presagio della sua salita al Calvario. Nella scena, intrisa di quotidianità lavorativa, prende posto anche un autoritratto dell’artista, raffigurato nel personaggio a torso nudo a sinistra. Anche la preziosa cornice del quadro (cfr. R33) fu oggetto di un’interessante corrispondenza tra de Chirico e don Giovanni Rossi: l’11 settembre 1951 l’artista affermò infatti di essere stato a trovare gli intagliatori esecutori della cornice, gli stessi che gli assicuravano che di lì a pochi giorni sarebbe stata spedita ad Assisi. Una volta giunta a destinazione, l’artista si raccomandava a coloro che l’avrebbero fissata di aggiungere uno o due listini di legno affinché il quadro rimanesse ben fermo: “ho l’abitudine di far fare la cornice alla grandezza esatta della pittura, poiché mi dispiace se anche una piccolissima parte del quadro è nascosta dalla cornice. Nel caso che si vedessero, tra la cornice e il dipinto, i listini di legno, allora bisogna passarci un po’ di colore (terra gialla) e anche un po’ di doratura fatta con la porporina. Se la tela del quadro è rallentata e fa qualche piega, bisogna tirarla battendo leggermente con un martello sulle chiavi del telaio. Quando avrà una fotografia del mio dipinto la prego molto di inviarmi una copia”. Di de Chirico la Galleria conserva anche quattro disegni a soggetto cristologico. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio De Chirico Giorgio, lettera dell’11 settembre 1951; Fallani 1951, p. 9; Catalogo Galleria 1964, tav. XVI, n. 163. [V.C.]
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Gesù operaio (originariamente)