Gesù divino lavoratore

Gesù divino lavoratore, 1953 Olio su tela, 149,5 x 100 cm. Firmato e datato in basso a destra “Consolazione / 1953”. Acquisto, 1953. Inv. n. 0159300

Nella tela il Divino lavoratore è il capomastro di una piccola bottega colma di tavole, dove sono presenti una donna e due manovali intenti alla propria opera. Il cenno della mano del Divino lavoratore assume qui un nuovo significato: la destra, cui viene da sempre affidato il gesto di benedizione, diviene monito di indirizzo e di giusta misura per i due artigiani presenti nel quadro. Più in generale, il gesto è rivolto a tutti i lavoratori che, durante la propria attività, devono sempre operare attraverso gli insegnamenti del Figlio di Dio. Consolazione – e lo si apprende dalle sue stesse parole – intese figurare “il Cristo non nell’astrattismo della Sua inconfutabile divinità, ma con quel senso di umano che mette l’Augusta Figura al centro della composizione da cui emana serenità, sollecitudine e forza” (Consolazione 1953). L’apprezzamento con cui il 20 agosto 1953 don Giovanni Rossi accolse il quadro, giunto per il Corso di studi cristiani che si sarebbe inaugurato nei giorni seguenti, si ritrova nella lettera indirizzata all’artista: “Carissimo Consolazione, le sono immensamente grato del suo bellissimo ‘Gesù Lavoratore’ che sono sicuro riscuoterà il plauso dei Corsisti e della critica”. Nato a Gravina di Puglia nel 1908, Consolazione tenne la sua prima personale a Bari nel 1932. A Roma nel 1938 per compiere gli studi presso l’Accademia di Belle Arti, passò in seguito all’insegnamento presso il Liceo artistico di Via di Ripetta. Fonti e bibliografia: Pro Civitate Christiana, Archivio Artisti, b. Carteggio Consolazione Giovanni, lettera del 20 agosto 1953; Consolazione 1953, p. 13; Donati 1953, p. 13; Catalogo Galleria 1964, tav. XII, n. 123. [F.L.G.]