Titolo
Crocifisso 1947
Soggetto
Crocifisso 1947
Autore
Broggini, Luigi (1908/1983)
-
firma
Tipo oggetto
scultura
Date
prima metà sec. XX
1947
documentazione
Serie
Materiali
bronzo a fusione/ patinato
Misure (cm./gr.)
Altezza:
66.5 Larghezza:
20 Profondità:
21
Bronzo patinato, 66,5 x 20 x 21 cm. Acquisto, 1962. Esposizioni: 31a Biennale internazionale d’arte, Venezia 1962. Inv. n. 0154300 (Galleria).
Il Crocifisso giunse alla Pro Civitate Christiana nel 1962, dopo la premiazione dello stesso per 750.000 lire alla Biennale di Venezia, dove Luigi Broggini esponeva in una sala personale. Dopo la guerra l’artista partecipò sempre meno alle grandi mostre, riducendo anche le personali; costituirono un’eccezione la partecipazione per la prima volta nel 1950 alla Biennale di Venezia e la sua presenza ad Assisi nel 1962, quando espose appunto il Crocifisso. L’opera, eseguita nel 1947, si differenzia molto da quella dello stesso soggetto, ma in rilievo ceramico, inviata ad Assisi vent’anni dopo nel 1967 al concorso Il Cristo nella civiltà delle macchine. Il Crocifisso del 1947 è un bronzo a tutto tondo e mostra quelle caratteristiche dell’arte di Broggini che perdurarono da dopo la guerra fino agli anni Sessanta, quando i suoi modi cambiarono considerevolmente, addolcendosi, soprattutto nella produzione in ceramica. La figura del Cristo presenta un modellato consunto, eroso, sgretolato, come se fosse stata esposta agli agenti atmosferici e al tempo, suggerendo l’immagine di un reperto archeologico restituito dopo secoli all’osservazione degli uomini. In questo senso la mancanza delle braccia, ridotte a due moncherini, e della parte superiore della croce caricano di significato emotivo la figura del Cristo, immersa nella storia e umanissima, per quanto priva di qualsiasi connotazione personale di riconoscibilità. In questo scavo delle forme plastiche e nella resa scabra e tormentata delle superfici si può d’altra parte vedere una forte somiglianza con la produzione di Alberto Giacometti, nel quale però la scarnificazione, fino alla riduzione ad ombre delle figure, è più accentuata ma anche formalmente più ricercata nei modelli di riferimento. In Broggini invece si nota una maggiore rudezza della materia, una plastica, seppur aspra, permanenza della stessa che non si lascia ridurre a puro spirito. Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1962c, p. 40; Catalogo Galleria 1964, tav. LXI, n. 83. [S.V.]
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