Titolo
Crocifisso
Soggetto
Crocifisso
Autore
Menzio, Francesco (1899/1979)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1958
documentazione
Serie
Materiali
olio su tavola
Misure (cm./gr.)
Altezza:
160 Larghezza:
114.5
Olio su tavola, 160 x 114,5 cm. Firmato in basso a destra “Menzio”. Acquisto, 1958. Esposizioni: 29° Biennale internazionale d’arte, Venezia 1958. Inv. n. 0149900 (Galleria).
Il Crocifisso di Francesco Menzio giunse ad Assisi nel 1958, come premio acquisto della Pro Civitate Christiana per la Biennale di Venezia di quell’anno; nell’ambito quindi di un’attività di promozione dell’arte sacra che andava oltre le manifestazioni tenute ad Assisi, per abbracciare invece le grandi esposizioni nazionali. Le motivazioni dell’acquisizione sono ben delineate dalle parole con le quali Pia Bruzzichelli descrisse l’opera su “La Rocca”, il 1 luglio 1958: “Francesco Menzio ha una Crocifissione, dolorosa nella partecipazione chiusa e distaccata di una moderna Maddalena ai piedi del Cristo”. Un’interpretazione che colse, pur nella lettura religiosa, le caratteristiche dell’opera di Menzio. I dipinti dell’artista in quegli anni si erano fatti più spogli ed essenziali, decantando l’esperienza parigina degli anni Trenta e l’influenza di Matisse e soprattutto di Modigliani, da cui derivava a Menzio la saldezza dei volumi, così evidente anche nell’opera di Assisi. Nel Crocifisso vi è però anche un altro ricordo, quello casoratiano della formazione: il senso di sospensione, qui accentuato dall’uso del colore, magrissimo, eppure brillante di smalto, che delimita in un netto contorno le figure, isolandole. Come Albino Galvano scrisse nel testo del catalogo della Biennale introduttivo alla sezione di Menzio, nelle sue opere “i personaggi sembrano talvolta assumere definitività di simbolo, non per estrinseci riferimenti intellettuali, ma per l’intensità poetica della semplificazione che toglie loro ogni compiacimento superfluo”. D’altra parte le opere presentate quell’anno dall’artista nella sala personale alla Biennale erano tutte improntate a una grande coerenza e a caratteristiche comuni: il Crocifisso non solo è accostabile a Il vestito blu e a Figura e statua (quadri per i quali era stata peraltro utilizzata la stessa modella), ma mostra come la pittura di Menzio si renda attuale, arricchendosi di nuove implicazioni, pur rimanendo legata alle influenze e alle esperienze passate. Bibliografia: Galvano 1958, pp. 26-27; Bruzzichelli 1958a, p. 11; Bruzzichelli 1961c, p. 40; Mariani 1961, p. 37; Catalogo Galleria 1964, tav. XCVII, n. 318; Galvano 1971, p. XIV; Gelli 1987, p. 109. [S.V.]
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