Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Assenza, Enzo (1915/1981)
-
firma
Tipo oggetto
scultura
Date
terzo quarto sec. XX
1957
data
Serie
Materiali
ceramica a lustro
Misure (cm./gr.)
Altezza:
192 Larghezza:
84 Profondità:
32.5
Ceramica a lustro; 192 x 84 x 32,5 cm. Firmata e datata sul lato destro della base “E. ASSENZA ROMA 957”. Acquisto, 1957. Esposizioni: Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1957. Inv. n. 0143600 (Galleria).
La figura è inserita entro una sorta di struttura architettonica formata dall’incastro delle assi a cui sta lavorando Gesù, definendo così l’ambientazione della scena. In un primo momento, come dimostra una fotografia pubblicata su “La Rocca”, l’autore aveva immaginato un intreccio ben più complesso delle travi e alcuni particolari simbolici come il pavone, che nella tradizione iconografica cristiana allude all’immortalità. Nella versione definitiva, invece, l’impianto compositivo è stato semplificato e sono stati eliminati gli elementi iconografici superflui per concentrarsi sulla descrizione della meccanica del lavoro svolto da Cristo. Così facendo, il modellato della figura risulta estremamente dinamico, impostato com’è sulle diagonali indicate dalle braccia e dalle gambe del divino falegname. Nato in una famiglia di artigiani decoratori, Assenza iniziò giovanissimo a modellare la creta e a scolpire la pietra. Trasferitosi a Roma, nel 1936 partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia e nel 1938 vinse il concorso per la realizzazione delle statue dei dodici apostoli per la facciata del duomo di Messina, di cui ne realizzò soltanto una. Nel 1948 scolpì la statua lignea di Santa Lucia per l’omonima chiesa di Buenos Aires e nel corso dei due decenni successivi si dedicò con crescente interesse all’arte sacra, ottenendo importanti commissioni, come ad esempio l’Immacolata per la cattedrale di Manila (1959) o le porte bronzee e la decorazione in ceramica dell’abside (300 mq di superficie) della cattedrale di St. Joseph a Hartford in Connecticut (1960-62). In quest’opera, come nella maggior parte delle sculture di Assenza e in modo particolare in quelle di soggetto sacro, si rilevano reminiscenze figurative dell’arte classica o paleocristiana, coniugate all’elegante stilizzazione a cui sono sottoposte forme e figure. Una stilizzazione che ricorda certi esiti del Gotico internazionale – soprattutto nella sinuosità delle linee guizzanti, nella scelta dei ritmi spezzati dai profili taglienti, nell’allungamento degli arti flessuosi e nelle mani elegantemente affusolate – aggiornati secondo una semplificazione d’ascendenza novecentista non immune da alcuni accenti espressionisti. La plasticità delle forme è inoltre esaltata dall’effetto metallizzato delle superfici ceramiche, sulle quali si sviluppano dei mirabili effetti chiaroscurali grazie alla studiata alternanza tra parti lucide e parti ossidate. Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1957, pp. 17-18; Forme arcaiche 1957; Catalogo Galleria 1964, tav. III, n. 10; Civello - Mariani 1972, p. 10, fig. 20; Enzo Assenza 1988, p. 44. [F.S.]
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