Titolo
Gesù divino lavoratore
Soggetto
Gesù divino lavoratore
Autore
Greco, Emilio (1913/1995)
-
firma
Tipo oggetto
rilievo
Date
terzo quarto sec. XX
1953
documentazione
Serie
Materiali
terracotta
Misure (cm./gr.)
Altezza:
167 Larghezza:
101 Profondità:
13
Terracotta, 167 x 101 x 13 cm. Firmata a metà del rilievo vicino al margine destro “GRECO”. Acquisto, 1953. Esposizioni: Gesù divino lavoratore nella interpretazione di venti artisti contemporanei, Assisi 1953; Mostra d’arte Gesù divino lavoratore, Assisi 1954. Inv. n. 0143200 (Galleria).
In un articolo pubblicato su “La Rocca” del 1° marzo 1953 don Giovanni Rossi informava i lettori che nei mesi precedenti, viaggiando tra Roma, Milano, Venezia e Bologna, aveva contattato alcuni “sommi artisti italiani”, tra cui lo stesso Emilio Greco, che nel 1952 era diventato titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma, per commissionare loro le opere sul tema del Gesù divino lavoratore. Greco, che nel corso degli anni Cinquanta si indirizzò con crescente interesse verso l’arte sacra, accettò di buon grado l’incarico e ad agosto inviò alla Cittadella il rilievo composto da sei formelle. Nel momento in cui il suo percorso artistico aveva raggiunto una piena maturità stilistica e tematica, contraddistinta dall’interesse per la figura femminile che fu la struttura portante del suo linguaggio plastico, Greco decise di confrontarsi con un diverso contesto iconografico e contenutistico. Di certo era stato sollecitato verso questa svolta anche dalle numerose committenze pubbliche intorno alle quali, in quel preciso quadro storico-sociale, si era acceso in Italia il dibattito sul ruolo dell’arte sacra contemporanea. Negli anni Sessanta, poi, ebbe ulteriori occasioni di approfondire simili soggetti ottenendo tre importanti incarichi in ambito ecclesiastico: gli altorilievi per la chiesa di San Giovanni Battista sull’Autostrada del Sole (1960-61), i battenti bronzei per i portali del duomo di Orvieto (1961-64) e il Monumento a papa Giovanni XXIII per la cappella della Presentazione nella basilica di San Pietro in Vaticano. Il Gesù divino lavoratore, pertanto, segna un momento di svolta nella ricerca plastica e poetica dello scultore, come sottolineò egli stesso durante l’incontro con don Giovanni, perché sino allora aveva trattato soltanto un soggetto sacro nel bassorilievo raffigurante la Parabola del buon Samaritano. Le soluzioni formali e compositive proposte da Greco si basano sul morbido plasticismo, la compostezza formale d’ascendenza classica, ma soprattutto sullo schiacciamento delle masse che vengono compresse in rilievi più o meno profondi, contraddistinti da un’estrema complessità per quanto concerne la lavorazione delle superfici. Come spesso avviene anche nei disegni (la Galleria possiede Un buon pastore), le superfici sono attraversate da un fitto reticolo di tratti incrociati, di segni ripetutamente reiterati che generano un andamento vorticoso con effetti pittorici dovuti ai repentini passaggi chiaroscurali. Fonti e bibliografia: Greco 1953, p.13; Donati 1953, pp. 12-13; Mischi de Volpi 1953, p. 196; Catalogo Galleria 1964, n. 216. [F.S.]
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