Titolo
Cena in Emmaus
Soggetto
Cena in Emmaus
Autore
Gentilini, Franco (1909/1981)
-
firma
Tipo oggetto
dipinto
Date
terzo quarto sec. XX
1965
data
Serie
Materiali
tecnica mista su tela
Misure (cm./gr.)
Altezza:
81 Larghezza:
65
Il tema della Cena di Emmaus ambientato ad Assisi, nella cornice della Basilica Inferiore di San Francesco, vera protagonista della scena pittorica.
Tecnica mista su tela, 81 x 65 cm. Firmato e datato in alto a destra “Gentilini 65”. Acquisto, 1965. Esposizioni: Mistero e immagine. L’eucarestia nell’arte del Novecento, Cento 1997. Inv. n. 0155000 (Galleria).
Nel 1958 la Pro Civitate chiese a Gentilini di dipingere un quadro sul tema del Gesù divino lavoratore. L’artista, come documentato dalla corrispondenza con Pia Bruzzichelli, realizzò l’opera, ma non soddisfatto del risultato decise di distruggerla. Nel 1963 fu di nuovo invitato a trattare il soggetto, ma dovette rinunciare all’incarico sia per gli impegni dovuti all’attività didattica svolta presso l’Accademia di Belle Arti di Roma sia per i continui viaggi a Parigi, dove stava allestendo un’importante mostra. L’anno seguente, dato che si era già proceduto con le committenze per il Gesù divino lavoratore, propose e ottenne da Pia Bruzzichelli e da don Giovanni l’incarico di dipingere la Cena in Emmaus. L’artista studiò a lungo il soggetto e realizzò alcuni disegni, due dei quali fanno parte della collezione della Galleria, concentrandosi soprattutto sulla scena della mensa, sebbene nel dipinto scelse poi di proporre un’interpretazione del tutto originale. Rivoluzionando l’iconografia consolidatasi nel corso dei secoli, Gentilini decise di ambientare l’episodio evangelico ad Assisi, per l’esattezza sulla piazza che affianca la basilica di San Francesco in corrispondenza dell’ingresso della basilica inferiore. Tuttavia, al di là di quella che potrebbe sembrare un’attualizzazione dell’evento, il particolare più sorprendente è dato dal fatto che il pittore non incluse nella rappresentazione la figura di Gesù. La sua assenza è sottolineata dalla sedia e dal posto vuoti sulla tavola intorno alla quale siedono i due discepoli, che mostrano il chiaro atteggiamento di stupore richiesto dalla scena nel momento in cui riconoscono il Risorto. L’opera fa parte dell’ampia serie delle “Cattedrali” che Gentilini dipinse tra i primi anni Cinquanta e la metà del decennio successivo utilizzando una particolare tecnica, sperimentata a partire dal 1952, che gli consentì di dare maggiore consistenza materica alla pittura mischiando colla e sabbia insieme al colore. Così facendo ottenne superfici simili a quelle degli affreschi, sulle quali il disegno poteva essere anche graffiato mediante una punta metallica. Gentilini elaborò in quegli stessi anni un complesso stile basato sulla forte componente onirica di matrice surrealista, che riuscì a coniugare con le fascinazioni subite dall’arte del passato (dalle stilizzazioni del romanico, al decorativismo dell’arte bizantino-ravennate) e con le suggestioni tratte dall’immaginario di Klee o dall’eleganza malinconica delle figure di Modigliani. Nelle sue opere il dato reale viene trasfigurato in una lirica narrazione che si dispiega in un discorso allusivo carico di simboli, ma mai ermetico, che non di rado può assumere intonazioni mitiche o fiabesche. Nella Cena di Emmaus, come in altre Cattedrali, la dimensione fantastica è suggerita dal netto rigore delle forme geometriche che si incastrano a formare gli elementi delle architetture, contraddistinte dalle limpide volumetrie, ma soprattutto dagli arditi tagli prospettici che con i molteplici punti di fuga provocano nell’osservatore un sottile spaesamento. In simili scenari l’artista era solito inserire le sue fantasmatiche figure archetipiche, che a volte mostrano tratti somatici marcatamente espressionistici, come nel caso dell’opera in esame, e in altri casi schematizzazioni e semplificazioni di tipo quasi infantile. Fonti e bibliografia: Bruzzichelli 1963b, pp. 40-41; Gentilini 1981, p. 60; Jouffroy 1987, p. 172, tav. 114 (Cattedrale di Assisi); Jouffroy 1996, p. 172, tav. 114 (Cattedrale di Assisi); Baviera - Bentini 1997, pp. 184-185; Appella 2000, p. 521 (Banchetto davanti alla Cattedrale di Assisi); Il volto dei volti. Cristo 2000, p. 391. [F.S.]
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